Moto Club Andrea Martinelli ASD

Le Dolomiti 1-3/05/2015

La prima gita “lunga” del nuovo Motoclub
pareva dover essere accompagnata da temperature polari e perturbazioni invernali. Il giorno prima della partenza a Canazei nevischiava. Molta preoccupazione, e sconcerto, fra alcuni partecipanti.

Invece, a dispetto dei timorosi, è andata bene, anzi benissimo.

Nel corso del trasferimento da Torino tutto è filato liscio. Una fresca e gradevole temperatura ha accompagnato gli equipaggi per tutto il percorso.

A Verona abbiamo incontrato e “recuperato” Patrizia e Giuseppe, i nostri amici e soci veneti che da anni si aggregano al nostro gruppo.

Statale sino a Trento, ai lati del manto stradale frutteti ordinatissimi con gli alberi carichi di fiori e frutti in maturazione.

Quindi alla volta di Canazei percorrendo la dorsale sino a Cavalese; il passo di Lavazè (una delle aree trentine più rinomate per lo sci di fondo) è stato il primo di una lunga serie di percorsi montani che ci hanno permesso di ammirare la spettacolarità dell’area visitata nel corso di questa tre giorni.

La disponibilissima titolare dell’Hotel Conturina di Alba di Canazei ci ha accolti con la proverbiale gentilezza degli abitanti del Trentino-Alto Adige.

Descrivere minuziosamente il giro del secondo giorno potrebbe diventare un lungo e monotono elenco di passi, panorami mozzafiato, note località di vacanza, piste da sci su cui si disputano gare della Coppa del Mondo.

Abbiamo attraversato tre province e due regioni, con un dislivello complessivo di circa 5.000 metri , otto passi, per un totale di circa 200 chilometri. E sempre accompagnati da un tiepido e confortevolissimo sole.

Occorre inoltre aggiungere che sulla Marmolada si sciava ancora, che il traffico era praticamente

inesistente, che le strade di queste zone rappresentano quanto di più godibile si possa desiderare per i motociclisti.

Le Dolomiti, dichiarate patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2009, sono anche definite i “Monti Pallidi”.

La leggenda locale racconta che grazie ai boschi, ai laghi e ai prati così ben curati, uno gnomo ha tessuto per tutta la notte una tela bianca come la luce della luna, con la quale ha ricoperto tutte le cime della zona, rendendole lucenti e uniche nel suo genere.

Le previsioni danno pioggia al terzo giorno, ma la fortuna ci accompagna ancora: smette di piovere poco prima di partire per Torino e, tranne poca nebbia e umidità residua sul passo della Mendola, il resto del percorso ci permette di rientrare in tutta tranquillità. Il gruppo si scioglie, qualcuno anticipa il rientro, altri preferiscono un percorso autostradale. Manca ancora il Tonale, tanto per non farsi mancare l’ultima arrampicata.

Il panino consumato per la sosta pranzo ci regala un sorriso in chiusura di questa “tre giorni dolomitici”: in un paesino sperduto del Trentino troviamo un simpaticissimo barista di fede granata, che immediatamente eleggiamo a mascotte della giornata. Fotografie di rito, due risate e via, alla volta di casa.